Tutto è cominciato il 4 febbraio a Moiola, dove Davide Longo, scrittore coinvolto nel progetto Muovere Montagne, ha incontrato un buon numero di ragazzi della Valle Stura selezionati per svolgere il compito di facilitatori nel processo di co-creazione di un racconto di valle.
Longo, in un paio d’ore, ha scavato nelle specificità e nelle attitudini dei ragazzi, accompagnandoli a riflettere su cosa significhi essere un giovane che vive in Valle Stura, sul perché restino a viverci e sulle peculiarità che secondo loro rendono unica la valle. Per raccontare la Valle è stato necessario che i partecipanti compiessero un ulteriore passo: abbandonare il punto di vista del residente per cercare di parlare a qualcuno che sul territorio non c’è mai stato.
«Quando scegliete un posto dove stare per una settimana – ha suggerito Davide – magari una città italiana e non turistica, in base a cosa la scegliete? Quali stimoli seguite?».
Nel momento in cui si riuscirà a trovare tale “primo motore immobile”, il progetto Muovere Montagne lo racconterà con un prodotto audio-video che generi nelle persone la voglia di vedere e di sperimentare la Valle Stura.
E l’obiettivo non sarà il turismo, ma la cultura: i contenuti come quelli che facilitatori e cittadini andranno a co-creare avranno in sé la forza della cultura come leva di cambiamento, sulla quale si porranno le condizioni per sviluppare, successivamente, un discorso di marketing territoriale. Allo stesso modo, è necessario passare dal concetto di turista al concetto di “cittadino temporaneo”, perché il concetto di cittadino ha in sé quello di responsabilità: l’obiettivo è infatti quello di generare un sentimento di appartenenza nelle persone coinvolte e da coinvolgere, affinché tutti si sentano protagonisti del racconto della Valle.
La prima fase con cui i facilitatori si sono misurati è stata proprio quella della ricerca e individuazione di persone da portare con sé nel processo di co-creazione, cominciato il 18 febbraio a Pietraporzio, dove una cinquantina di valligiani si sono trovati, hanno discusso, decostruito i loro stereotipi sul turismo in montagna, e cominciato il percorso di co-creazione. I partecipanti all’incontro di Pietraporzio, a cui seguiranno altri appuntamenti in Valle, secondo Davide Longo sono i primi “termostati” della Valle: «persone che hanno voglia di cambiare la realtà che li circonda e che, se messi nelle condizioni per farlo, hanno le idee giuste per farlo e la forza per contaminare chi gli sta attorno». I facilitatori devono cercare questi termostati lungo tutta la valle, stanarli, portarli a ragionare agli incontri pubblici.
Il prossimo appuntamento sarà il weekend del 7 e 8 marzo, una due giorni in Valle per individuare tutti assieme un oggetto emozionale capace di smuovere i sentimenti di tutti, anche e soprattutto di chi non ha mai sentito parlare della Valle Stura.