La giuria del concorso doc composta da Luca Olivieri, Olivia Buttafarro e Roberto Monaco ha decretato i vincitori del festival.
LASSÙ di Bartolomeo Pampaloni
Perché in ciascuno di noi dovrebbe abitare un “muratore spirituale”. Dai quartieri popolari di Palermo al Monte Gallo, che sovrasta la città con il suo osservatorio militare abbandonato, senza alcun intento antropologico o folkloristico, Lassù ci racconta di una relazione fra luoghi disposti su due piani a portata di sguardo, ma lontani anni luce, come una società brulicante e un altrove popolato solo da chi ha scelto di allontanarsene. Da venticinque anni Nino, [Isravele – Elevarsi letto al contrario], ex muratore dalla sapiente manualità, porta da solo sacchi di pietre e cemento dal mare fino in cima al monte, senza alcun interesse personale ma solamente per rispondere a quella che ritiene una chiamata. L’archetipo dell’artista che non si esprime per il riconoscimento personale. Un’idea di arte che sentiamo molto vicina.
La giuria ha inoltre assegnato due premi speciali
HEY GUNESH di Marita Tevzadze, Ana JegnaradzeIran
La storia di amore di un padre verso la propria figlia. Un amore che trasforma un destino segnato in riscatto e speranza per una vita migliore. Cinema e poesia di alto livello.
BROTHERHOOD di Francesco Montagner
Perché è un film che incarna il cinema del reale più puro: con questo racconto di formazione, il regista ci restituisce un documentario nello spirito, che tratteggia con leggerezza e profondità al contempo, i cambiamenti di tre fratelli che, lontani dalla tracotanza del padre, severo predicatore islamista, si scoprono giovani adulti e ci raccontano una vita, come noi, forse non siamo più in grado di immaginare.